Libri Mi(s)tici: Big Magic di Elizabeth Gilbert e il bisogno di credere
Big Magic – c’è bisogno di credere. O no? In questa recensione ti parlo di libri mistici e di uno dei primissimi che ho letto e amato: Big Magic di Elizabeth Gilbert.
Ho letto questo libro in quarantena quando mi sono buttata nel mio sogno: creare qualcosa di mio. Rising Wild nasce proprio ad aprile 2020 come gioco e sfida personale. E Big Magic mi ha molto aiutata nel credere nella magia e nel creare passo dopo passo un business mistico.
Vorrei ricambiare il karma a me fortunato, raccontandoti di questo libro che è una piccola guida propositiva sulla creatività.
- Tutti coloro che hanno un business sono creativi.
- Tutti coloro interessati a creare un business sono creativi.
- Tutti coloro curiosi sono creativi.
Insomma prima che io ne faccia una poesia (anche di pessimo stile), avere un briciolo di creatività fa parte dell’essere umano. Ecco quella briciola è la scintilla che prima o poi esplode.
Rcensione di Big Magic di Elizabeth Gilbert
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Big Magic – Creative Living Beyond Fear, questo il sottotitolo che significa vivere nella creatività nonostante la paura. L’autrice è Elizabeth Gilbert, famosa per Eat Pray Love e il successivo film con Julia Roberts, che è sì leggero ma con punti interessanti (viaggio interiore – essere obiettivi con sé stessi – toccare il fondo e come risalire) ha poi scritto questo Big Magic.
Che cos’è questo libro in sintesi?
Immaginati di avere un allenatore che ti incita sempre a credere in te e nella tua creatività, sul comodino. Il libro inizia proprio con:
D: Cos’è la creatività? R: La relazione fra un essere umano e i misteri dell’ispirazione.
Come si fa a essere inspirati e ritrovarsi in quello stato di flow perfetto dove il tempo scorre ma non ce ne rendiamo conto? Ti è capitato no? A me si, ma ho sempre pensato fosse dovuto al caso. Invece no, è dovuto a noi.
Il libro è diviso il 6 macro-capitoli che sono i vari step per facilitare il fluire dell’ispirazione attraverso di noi. Di tanto in tanto. Mica sempre(:
Capitolo Il coraggio.
Vivere di passioni fa paura, c’è una paura positiva e una invece che ci frena e basta. Oltrepassare questo blocco è un percorso ma vale la pena affrontarlo perchè ‘the clock is ticking’. (Ho sempre odiando l’acronimo YOLO -you only live once) Vogliamo tutti la stessa cosa: vivere e fare esperienza di cose meravigliose – quindi perché frenarci?
Capitolo Enchantment.
La magia dell’ispirazione che non controlli. É un sortilegio che devi essere pronto per quando decide di manifestarsi in te, sennò passa a qualcun altro. Studiare, studiare sempre, mai pensare di essere arrivati, siamo sempre in versione beta perché qualcosa di nuovo da imparare c’è sicuramente.
L’autrice racconta che nell’antica Grecia la parola per il più alto senso di felicità è eudaimonia, che significa essere rapiti da un demone buono.
Oggigiorno che magari si è un po’ preoccupati ad aggiungere un senso di mistero divino alla felicità, viene definita come flow o nirvana.
Capitolo il permesso.
Cosa ci blocca? Andrea Bottoni parlerebbe di bias cognitivi, ed è così. Io aggiungerei la società, noi stessi (quante volte ci autosabotiamo? su su le mani!). Cioè deve essere qualcun’altro a darci il permesso di “okay puoi vivere delle tue passioni e essere felice”. Perché? Solo perché?
Capitolo Persistere.
Senza sudore non si arriva da nessuna parte. E se si aspetta la perfezione per partire, non si partirà mai, è un’altra scusa che ci diamo. La perfezione è sopravvalutata. Indi. è tempo di buttarsi.
Capitolo Fiducia.
In che cosa? In quella magia/incanto che non capiamo bene bene ma che ogni tanto bussa alla nostra porta. Fiducia nell’universo, fiducia in noi stessi e negli altri. Avere una visione di abbondanza che è in sostanza vedere il macchiare mezzo pieno, cambia totalmente la prospettiva. Come ci mostriamo al mondo è come vogliamo anche essere ricambiati. E io sono la prima che si è sempre nascosta dietro mille muri, insicura, strafottente e timida. A cosa mi ha portato? Al disastro in sintesi.
Capitolo Divinità.
Qui si riparla di Ketut che è quel personaggio particolarissimo di Bali che la protagonista (ovviamente è l’autrice) va a trovare per farsi dire qua’lè la sua strada. Ti consiglio di guardare il film così da capire il soggetto 
Qui il capitolo attraverso le storie di Ketut narra del paradosso della divinità.
Tutto sommato è un libro che aiuta ad avere una visione positiva, al darsi dei sì ai dubbi che abbiamo e che ci trattengono dal fare quello che intuiamo sia giusto.
Quell’intuizione io la vedo come la nostra apertura verso il flow, verso l’ispirazione così sfuggente.
Se desideri approfondire questo mondo di creare un Mystic Biz, un business sostenibile e magico, allora ti aspetto nel corso. Qui trovi la lista d’attesa!
