L’Influencer Marketing è morto? Scopri come usarlo nel 2022
In questo articolo mi voglio focalizzare su questa domanda: “l’influencer marketing è morto?”. Ti spiegherò come utilizzarlo ancora nel 2022. Ho un po’ di esperienza nel campo da entrambi i lati: da influencer e da business owner che ama sfruttare questa strategia di marketing per promuovere i propri servizi e prodotti.
Ma iniziamo un passettino alla volta.
Da blogger, l’influencer marketing mi è sempre piaciuto (testare prodotti, ricevere regali, okay a chi non piacerebbe?) 🌝
Ora che mi ritrovo dall’altra parte del gioco (con Rising Wild ho già più volte testato l’aiuto di influencer tramite l’influencer marketing) mi affascina ancora di più.
Ma come promesso partiamo dalle basi.
L’influencer marketing che cosè?
Detto in parole povere l’influencer marketing è la pubblicità che si riceve tramite l’utilizzo di content creator influenti. Ovviamente a vari livelli. Si tratta di una strategia di marketing he utilizza l’influenza e il pubblico di diversi content creator (detti anche influencer).
Non a tutti piace questa nomea, ma il fatto è che un content creator se ha un pubblico fedele ed è onesto nel proprio lavoro, autonomamente influenza le decisioni del poprio pubblico. Ha un’influenza che agenzie e brand possono utilizzare ma deve anche essere consapevole della grande responsabilità che ha nelle sue mani.
Molto spesso nuovi influencer non ce l’hanno perchè a) non ci pensano b) non si interessano di studiare e farsi domande. Allo stesso tempo anche l’utente deve sempre ricordarsi di avere un occhio critico e di filtrare ciò che gli viene proposto e venduto.
Per questo fare una ricerca di influencer/content creator onesti, in linea coi valori del proprio negozio/brand o personal è FONDAMENTALE!
Non tanto per il tornaconto economico ma per la responsabilità collettiva di cui ti stavo parlando poche righe più in alto. Ci tengo molto a focalizzarmi su questo punto perchè possiamo e dobbiamo essere persone migliori, sempre in evoluzione!
Game on on us!!
Ma il titolo chiede se l’influencer marketing è morto, giusto?
Esatto, e ci arrivo subito.
La mia Esperienza da Blogger
Fino a qualche anno fa le agenzie di comunicazione e pubblicità usavano mandare sample di prodotti e servizi a tanti content creator in cambio di visibilità sui loro canali.
Quando vivevo in Inghilterra a Brighton ho ricevuto:
- inviti ad aperture di negozi di arte
- vestiti in cambio di post
- accessori in cambio di post
Non vi dico la mia valigia del ritorno in Italia con un vestito stile principessa con troppo tulle che la occupava per intero! 👗 Incubo.
Eh sì, puoi dedurre che facessi la fashion blogger.
Poi tornata in Italia un po’ per gioco, mi sono iscritta al programma per influencer di un marchio beauty molto famoso made in UK, Pixi Beauty. Mi hanno accettata e da lì, ho iniziato a studiare il loro metodo.
A me che non ero il loro target (non parlavo di beauty) ma so fare foto discretamente carine (sono fotografa), mandavano e mandano ancora prodotti skincare e beauty ogni mese.
Ma vi parlerò di Pixie Beauty come case study più nel dettaglio in un altro post perché sono incredibilmente bravi nel farlo.
Influencer marketing è morto?
Torniamo alla mia domanda iniziale: ⇢ l’influencer marketing è morto?
Ultimamente questa pressione dalle agenzie e pr di inviare prodotti fisici si è un po’ fermato e da un certo punto di vista è un bene.
L’accumulo di prodotti stava diventando uno spreco pazzesco.
Immaginatevi una beauty blogger che riceve una box di 50 colorazioni di fondotinta: quando mai le userà quelle che non sono del suo colore di pelle?
Mai, se foste insicuri della risposta, è MAI! 🙈
Io stessa ho accumulato prodotti che non uso, la cosa mi dà sui nervi e sto pensando a come risolverla in maniera intelligente, ma anche di questo ve ne parlerò nel post dedicato a Pixi Beauty.
Concentriamoci su questo argomento:
L’influencer marketing non è morto ma si sta evolvendo. ✨
Quest’estate su Linkedin ho trovato un report proprio sull’influencer marketing fatto da Gleam Solutions.
Per chi non lo sapesse Gleam Solution è l’agenzia di talenti nata circa 10 anni fa agli albori di Youtube in Inghilterra: avevano tutti i pezzi grossi, da Zoella, Alfie Deyes, Marcus Butles, Inthefrow, Samantha Maria… insomma il meglio del meglio degli Youtuber inglesi.
Ed è un’agenzia che sa il fatto proprio.
Bene, avendo già questa alta opinione di loro, mi sono stampata il file e ho iniziato a leggerlo.
UAO.✨
Nel modo più semplice possibile avevano conglobato tantissimi esempi di come sta evolvendo l’influencer marketing.
L’ho studiato e l’ho usato per una strategia del mio nuovo profilo Instagram e funziona. Sopratutto per chi è una capra con le ads (ioooo!) questo è un metodo alternativo.
Non voglio tenerlo per me, così ho pensato di riassumervelo un po’ citando i pezzi che mi hanno interessato di più.
Allo stesso tempo consiglio fortemente di leggervelo, l’inglese è facile, ma è molto denso come contenuti, così da farvene una vostra idea!
Unlocking Growth with influencer marketing and digital-first talent
Questi sono i punti che più ho amato dello studio del file di Gleam Futures.
1.Molti brand non chiedono più di far vedere i loro prodotti ai content creator
Nel panorama odierno molti brand non hanno più la necessità di chiedere di pubblicare i propri prodotti nelle stories o nei feed dei content creator.
Sfruttano uno dei principi psicologici di Cialdini in cui tu, content creator, ti senti debitore nei confronti del brand e lo vuoi ringraziare in un qualche modo.
Fanno in modo che sia il content creator stesso a decidere se vuole investire tempo nel pubblicizzare il prodotto. E fino a qualche anno fa, non era così.
2.Chi è il ‘moderno influencer’?
Colui che riesce a far coincidere credibilità, ragione e emozione. Da questi 3 nasce un engagement forte e solido.
Ed è bello che nel report citano Aristotele, the philosophical father of influence, che più di 2000 anni fa aveva descritto questi stessi 3 elementi: ethos, logos e pathos.
3.Un Canale di Marketing alternativo
Commercialmente i digital-first talent servono come un canale alternativo di marketing per tutti quei brand che vogliono dare un tocco umano ad ogni scalino del consumer journey.
4.Considerare le diverse generazioni
É stimolante vedere come gli approcci siamo diversi per ogni generazione. I Millenials ancora sono titubanti a comprare solo online, per la generazione dopo, la Z, invece è assolutamente normale.
Anche queste caratteristiche sono da considerare, come la consapevolezza di poter comprare ovunque e su qualunque piattaforma (Instagram Facebook ecc).
5.Responsabilità Collettiva
Via via che i nuovi canali multimediali crescono, la creazione di contenuti diventa di prima importanza; ne seguono poi leggi e parti legali.
C’è una forte domanda di trasparenza e la crescita anche legislativa nell’ambito sono segno di un mercato che sta maturando. Bisogna sempre tenere a mente che quello che si dice, che si mostra, e come lo si mostra è una responsabilità collettiva: sia da parte dei content creator, che dei brand e delle agenzie.
Case Study presenti:
- Pandora
- Tik Tok e Kroger
- Kellogg’s
Insomma è davvero un file molto concentrato che però puoi lasciarvi tanti spunti e idee.
Adesso tocca a te!
📍Alla fine di tutto ciò tu cosa pensi: l’influencer marketing si sta spegnendo o sta cambiando? Ne hai mai avuto esperienza diretta o indiretta? L’hai mai usato nelle tue strategie?
Raccontami che potrebbe creare una bella discussione e poi io son sempre curiosa.
📍 Salva questo articolo su Pinterest per leggerlo più tardi!